giovedì 24 gennaio 2013



Di Lorella Beretta



Lolly, you can call me Lolly: it’s easier. Di solito segue spiegazione, che anche in Italia non è facile che si ricordino esattamente il mio nome, figuriamoci qui in Sudafrica. Allora c’è chi la prende come una sfida e s’impunta per chiamarmi col mio nome d’anagrafe, Lorella, pur con quell’intonazione anglofona che ha un suo perché. Raramente cedono a Lolly. Spesso però ogni tanto scatta la storpiatura in Loretta oppure, come i più piccoli dei figli di amici che da lontano richiamano la mia attenzione su di sé con un arrotolatissimo crescendo: Rrrrrrrrrella!
Anche in Italia, d’altronde, è sempre stato così, passando per Ornella o Antonella o perfino nomi che non avevano un minimo di assonanza. Per non dire del tormentone che fa richiamava alla ben più nota Cuccarini o delle simpaticissime sciarade con il patronimico: LorettaBerella, Berella, Bretella.

In Italia sono stata anche Lollo, o Lollina. Indimenticabile.

Attorno a questa condanna legata a un nome piuttosto raro è nato su Facebook quasi due anni fa Lorelliamoci, un gruppo che detto così suona oggettivamente strano e che è diventato ad oggi un luogo di ritrovo di ben 587 Lorelle.

Siamo come le Barbie: ce n’è una per ogni occasione.

C’è la Lorella appena diventata nonna e quella triste e spaventata per la separazione; c’è la Lorella che lancia un sos in bottiglia giusto per sfogare la paura maledetta per la grave malattia del fidanzato e ci sono una sessantina di Lorella che le rispondono. Che non la lasciano sola. C’è la Lorella un po’ vamp e quella più casalinga (non farò mai i cognomi, ovviamente…) quella che perde il lavoro e si sfoga con le altre e quella che pure a una “certa età” torna sui banchi di scuola e si diploma all’alberghiero a pieni voti.
E’ diventata pian piano una vera e propria comunità, più che un gruppo da social network. Si parla di uomini, di figli, di lavoro, di sogni, di posti belli da vedere e cose belle da fare, d’amore e di sofferenza, di felicità e disperazione e tanta voglia di andare avanti. Di speranza.

Da quaggiù le seguo mentre si incontrano ora a Grosseto e ora a Torino, poi Liguria, Emilia – chiamandosi per cognome come a scuola, ché sennò come ci si riconosce – con l’idea di programmare magari un ritrovo nazionale. Le foto dicono di incontri carichi di energia che si passa di Lorella in Lorella. Siamo arrivate addirittura all’autocelebrazione con il nome sul portachiavi sciantoso con Betty Boop in posa classica.

La mente e l’anima di tutto questo, è una donna bella quanto forte, quanto ironica, fantasiosa, piena di vita. Tosta. Lorella – la Ronconi – ha iniziato a far girare l’invito a questo gruppo quasi per scherzo, mentre da laggiù, da Grosseto, combatte su una sedia a rotelle per “l’integrazione sociale delle persone diversamente abili”: il virgolettato è ricavato dal sito della Fondazione Il Sole di cui è membro fondatore.
C’è una casa famiglia, a Il Sole, c’è il centro sociale, le attività sportive e da settembre aprirà anche un pastificio, e ci sono battaglie che vanno al di là delle disabilità. La Ronconi fa politica, quella vera. La parola chiave è Felicità: non solo la sua (fatemi fare un po’ di antipolitica). Adesso che lì è estate la Ronconi adora abbrustolirsi in spiaggia, una conquista per tutti. Anche se non demorde nella battaglia per l’abrogazione parziale delle indennità parlamentari.

Una delle sue citazioni preferite dice che “Il carattere di un uomo si riconosce in ciò che lo diverte”.

Allora tanta Felicità a lei, che da poco ha compiuto 50 anni e ha un viso luminoso e fresco come nessun chirurgo plastico avrebbe potuto fare (vero Ronconi che non è l’effetto del bisturi?). 
E ovviamente anche alle altre che spero di raggiungere per il primo Festival nazionale… Lorelliamoci e partyamo. 

lunedì 14 gennaio 2013

martedì 1 gennaio 2013

Quel 26 Maggio che pensavo di non raggiungere mai...


 2012.05.26 - TIRRENO - Buon compleanno, Lorella E cento di queste battaglie

Ronconi compie 50 anni e stasera alla Fondazione Il Sole festeggia a modo suo Un party per raccogliere fondi e ristrutturare il pastificio dove lavorano disabili
di Francesca Ferri
GROSSETO Mezzo secolo in trincea per battersi contro la discriminazione delle persone diversamente abili e, finalmente, una serie di vittorie inanellate l’una dopo l’altra. Lorella Ronconi, presidente del Comitato per l’accesso, compie oggi 50 anni e festeggia alla grande mezzo secolo di vita e di impegno per abbattere barriere fisiche e culturali. Lo farà stasera con una festa a invito alla Fondazione Il Sole di viale Uranio. «Qui perché, a differenza di dieci anni fa, ora la Fondazione c’è», spiega la diretta interessata. «E ci saranno le stesse persone della volta scorsa, quando festeggiammo i miei quarant’anni, più tutte quelle che si sono aggiunte nel frattempo».

Anni intensi, per certi versi insperati, «con questa “malattiona” che ho, e le operazioni, tanto che quando arrivai a 40 anni mi sembrava di essere arrivata lontana», spiega Lorella, che soffre di una malattia che da molti anni la costringe sulla sedia a rotelle. Anni in cui è nata l’idea “scandalosa” di una casa famiglia per disabili, tirata su con idee e sforzi inenarrabili alla ricerca di fondi a cui Lorella si è dedicata senza sosta e fra mille difficoltà. «Cominciai dieci anni fa con questa festa di compleanno per lanciare il comitato promotore per la raccolta di fondi per l’associazione», spiega Lorella ripercorrendo le tappe della nascita della Fondazione Il Sole e della casa famiglia di viale Uranio.
«Eravamo quattordici, si dovevano raccogliere 50mila euro in due anni – spiega Ronconi - e alla festa raccogliemmo 1200 euro. La Fondazione poi ha spiccato il volo, nel 2005 abbiamo posto la prima pietra e il 12 maggio la casa famiglia ha festeggiato due anni». Lorella si è spesa in prima persona, insieme al Comitato per l’accesso, che ha convinto il Comune a demolire fette di marciapiedi per costruire scivoli per le carrozzine e recentemente la Curia a realizzare la rampa per entrare nel duomo. Quindi la battaglia per il riconoscimento del diritto alla sessualità dei disabili, il libro di poesie che la casa editrice Zanichelli ha selezionato per un’antologia per la scuola media.
Fino al progetto “Mani in pasta” per trasformare i ragazzi disabili in artigiani della pasta fresca e imprenditori, aprendo un laboratorio che sforna gnocchi, tortelli e sfoglia. «Per questo progetto la fondazione si fa cooperativa di tipo B – spiega Ronconi – e apre in via della Pace, angolo con via Pasubio. Stiamo ristrutturando, ci sono da fare i pavimenti, da comprare le macchine impastatrici». Il progetto è fondamentale per questi ragazzi che, seguiti da due professionisti in pensione, troveranno un’occupazione che li mette a contatto col pubblico e svolgeranno un’attività manuale che, per certi versi, è terapeutica. E d’altro canto sfameranno la città, non solo di manicaretti ma anche di solidarietà. «Vorremmo aprire - spiega Ronconi – tra luglio e settembre». Perciò la festa di compleanno si trasformerà, anche questa volta, in un’occasione per raccogliere fondi. La festa è su invito ma chiunque può aiutare il progetto. Basta versare il 5 per mille, nella dichiarazione dei redditi, alla Fondazione Il Sole, codice fiscale 92053600539.